E’ nell’evoluzione dove rinvengono più tracce di involuzione. Più si va avanti e più si è incerti di dove si vuole arrivare. Più si parla di globalizzazione e più si ritorna alla natura, alla semplicità, alla terra. Innegabilmente, il mondo continua a girare, a “evolversi”, a “maturare” all’infinito, che ne dicano i tradizionalisti.
La tecnologia è sempre più accurata, il benessere si misura sui canali che si riescono ad impostare nella nuova sintonizzazione della Tivù, e decade il privilegio della modernità se non si possono visualizzare le nuove stagioni di “Elite”. I telefoni silenziano chi non vogliono sentire e traducono messaggi fotografati in qualunque lingua. La segretaria dell’applicazione è molto più efficiente della Signorina Smith, plurilaureata e occhialuta. E se andremo al mare o in montagna lo sapremo alla sera, quando ci arriverà la notifica delle previsioni aggiornate con il 99% di possibilità di azzeccare. Per non dire della immediatezza delle informazioni: “Hai letto le notizie? Pazzesca quella sparatoria!” E se voglio sapere qualcosa digito su “google” o cerco in “wikipedia”, magari senza dare un contributo perché tanto… chi mi conosce?
Con il nostro smartphone siamo invincibili. Davvero. Solo io e lui. E gli altri? Non servono. Io ho tutto, pure aggiustato a “mio” piacimento.
Inoltre, proteggo la natura: compro “bio”, faccio la raccolta differenziata e pianto un albero nuovo ogni anno, al Boschetto, dove sarà sicuramente anonimo, ma vero. E se non lo sapete, nel weekend vado in agriturismo a cena perché fanno cucina casareccia, e mi danno le verdure dell’orto. Con un filo d’olio. Buonissime!! A casa niente cibo precotto, surgelato o neofilizzato. Tutto naturale. Perché ci vuole, per il Pianeta, e per noi.
E gli altri? “Chi?‘” GLI ALTRI!! “Quali altri?” Non ci sono “altri”. Noi siamo “i diversi”.
Mentre tutto “gira” e punta alla diversità per sentirsi unici, il gruppo di “diversi” diventa omogeneo. Un bel potpourri di soggetti insoddisfatti e bisognosi che sa solo che deve cercare ciò che non ha, impostarsi in maniera “diversa”, per “farla franca” in un mondo in cui, o vinci o sei vinto. E così scappa, senza staccarsi dal proprio destino… quello di rincorrere l’universo altrui, la “cosa” non propria, la prospettiva più comoda. Il risultato è che la corsa non si arresta, perché l’obiettivo slitta sempre in avanti, e ancora e ancora… e mentre corre verso l’orizzonte l’uomo si perde, si galvanizza , sparisce. Con la propria “non” coscienza.
“La Grande Evasione” https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/racconti/579214/la-grande-evasione/ racconta un mondo frenetico in cui è importante solo “farcela”. Il come non è importante; i valori non “valgono”: valgono solo i denari ed il potere: per mietere obiettivi, annientare gli altri o appagare il proprio ego. La storia si sviluppa in ambito internazionale e racconta di confini che non esistono, di persone che non conoscono gli scrupoli, di tanti denari e di tanti errori. Racconta anche di regolatori che le regole non le sanno, e di ferite: alcune non guariranno, mentre altre lasceranno cicatrici indelebili che parleranno di una ricchezza che è in fondo povertà, di una sorte malata e di un mondo irruente e sconfinato con una sola certezza: la sopravvivenza non è scontata.
La Grande Evasione https://www.cucinaeguaidiadriana.it/448187514 tratta argomenti sempre attuali, e spiega come alcuni concetti come l’amicizia, il cameratismo, la fedeltà, il rispetto, la correttezza, non siano stati aggiornati e non siano compatibili con l’eccellenza del business, quello duro, quello incalzante, adrenalinico e appagante. Sono solo parole. Ad ogni lettore, la propria opinione.