LA GOGNA MEDIATICA: IL PENALE IN POLITICA – IL CASO DELLA SPAGNOLA MONICA OLTRA
Il caso si spinge oltreconfine – www.ilsussidiario.net, voce.com.ve, peacereporter.it-; la Vicepresidente della Generalitat Valenciana – Monica Oltra – ha dato le dimissioni in quanto indagata per prevaricazione e favoreggiamento in un caso di abusi sessuali presuntamente commessi dal suo ex marito su una minorenne nel 2017. La ragazza, oggi ventenne, si trovava in una struttura protetta della Generalitat. La condizione della Oltra come responsabile del assessorato Regionale alle politiche inclusive e di eguaglianza rende la sua posizione ambigua, in quanto gli investigatori ritengono che avrebbe tentato d’insabbiare l’indagine per proteggere suo marito e salvare la sua reputazione politica. In base a quanto affermato dal giudice responsabile della causa, “esiste una serie di indizi che, nel loro insieme, fanno sospettare che possa essere esistita un’azione in accordo tra la signora Oltra e vari funzionari a suo carico, allo scopo o di proteggere il suo ex partner o la propria carriera politica”.
La Regione interessata – Comunitat Valenciana – è formata da circa 5.000.000 di abitanti; il caso ha suscitato scalpore, sia per i fatti di cronaca cui si riferisce il presunto reato, gravissimo, sia per il coinvolgimento politico di un rappresentante istituzionale di grande rilevanza politica. I commenti, durissimi, non lasciano scampo alla ex dirigente, avvocato e membro di “Compromìs”, il suo partito.
Lei nella Conferenza Stampa in cui annuncia le dimissioni appare provata, addolorata, incredula della gogna mediatica cui è sottoposta. Non vorrebbe mollare il suo impegno, ma lo fa perché non vuole che il suo partito ne risenta dei suoi guai personali. Si difenderà e dimostrerà la propria innocenza, annuncia. E colpevolizza uno stato che scagiona i cattivi e punisce gli innocenti. E nel contempo rinuncia a tutto quello che ha costruito tenacemente e che la rappresenta. Perché oltreché Vicepresidente di una Regione di circa cinque milioni di abitanti Monica Oltra rappresenta un nutrito nocciolo di persone “bisognose” che credono in lei e nel complesso apparato istituzionale che tutela e protegge i più deboli.
Giova sottolineare che la condanna del suo ex marito – separati dal 2017 – non è ancora passata in giudicato. E ciononostante, una madre, professionista, dirigente, impegnata politicamente, dovrà rispondere per favoreggiamento di un reato grave non ancora deliberato tale.
La storia si deve costruire. Il tempo dirà chi ha ragione e chi ha torto. Senz’altro, per simpatizzanti e meno non si può negare che ci si trovi di fronte ad una persona, non ad una istituzione. Il penale è personale e solo Monica Oltra potrà e dovrà chiarire la propria posizione, non quella del suo partito. E se e quando – forse già il 6 luglio – riuscirà a dimostrare la propria innocenza, sia detrattori che simpatizzanti dovranno fare i conti con una donna impegnata che ha dovuto abbandonare il proprio progetto al culmine del successo per difendersi da accuse estremamente diffamanti.
Chi scrive si domanda, tenuto conto della sua persona e del proprio ruolo politico: e se riuscisse a provare, come ripete, che è innocente? E le lacrime versate senza riuscire a trattenerle, l’amaro accumulato, le notti insonni, le spese legali, il mancato guadagno, la condanna mediatica prima ancora della formale imputazione, l’allontanamento, i voti persi…. Chi renderà giustizia allora? Sarà la Procura a restaurare il danno cagionato? Saranno deprivati gli investigatori dal proprio stipendio poiché l’indagine si dimostra traballante? Si scuserà il giudice perché ha sbagliato? Tornerà Monica Oltra ad occupare i vertici del suo partito senza che viga su di lei il sospetto di “prevaricazione”?
Si attendono gli sviluppi